Il metodo e gli strumenti adottati

IN AMAZZONIA

Il metodo adottato fin dall’inizio per la nostra risposta è stato quello di coinvolgere le popolazioni locali nel percorso per migliorare le loro condizioni di vita attraverso lo sviluppo: i beneficiari sono anche gli attori del processo.

Gli strumenti che abbiamo usato e usiamo sono la formazione professionale e la diffusione della cultura cooperativa, il microcredito, la creazione di professionalità e di microimprese famigliari legate al territorio e alle sue risorse. Noi forniamo gli strumenti, le conoscenze, e quando possibile anche parte delle risorse finanziarie, ma è un cammino che percorriamo insieme, con il loro coinvolgimento in tutte le tappe del processo, dalla sensibilizzazione e valutazione dei bisogni e delle opportunità, alla valutazione della fattibilità di ogni azione, alla sua progettazione, alla costruzione e organizzazione, fino alla gestione. 

Perciò i tempi sono i loro tempi, molto lunghi per le condizioni ambientali e culturali.  Ma la partecipazione reale dei beneficiari è una delle condizioni per la sostenibilità dei progetti e la durabilità delle attività e delle opere implementate.

IN ITALIA

Diverso è il contesto e di altra natura sono i bisogni e le emergenze che stanno manifestandosi nel nostro Paese, e dunque diversi gli strumenti adottati, ma il metodo resta lo stesso.

Sul nostro territorio, a differenza della Amazzonia, le istituzioni sono storicamente presenti e attraverso i Servizi Sociali hanno via via strutturato risposte ai bisogni emergenti; inoltre si tratta di un territorio particolarmente ricco di una cultura e di una storia di solidarietà e di cooperazione, e vanta la presenza di numerosissimi soggetti del Terzo Settore che operano efficacemente.  Quindi ci troviamo in una situazione privilegiata rispetto ad una gran parte dei territori del resto del pianeta.

Tuttavia, da alcuni anni anche da noi stanno emergendo criticità sempre più forti, di fronte alle quali occorre che le istituzioni e la società civile sappiano mettere in campo maggiori risorse, ne assicurino una gestione ottimale, e sappiano anche pensare e progettare nuove risposte. 

In questo senso, abbiamo deciso di muoverci nell’alveo della sussidiarietà, affiancandoci alle istituzioni ed organizzando, in rete con altre associazioni di volontariato e in collaborazione con le Pubbliche Amministrazione, progetti sostenibili con il coinvolgimento dei beneficiari stessi, cioè progetti autogestiti che non pesino per nulla, o pesino il minimo indispensabile, sulle finanze pubbliche. I risultati, monitorati dall’Università di Modena e Reggio E. per due dei quattro progetti realizzati a Modena, sono molto positivi e ne incoraggiano la duplicazione, già in atto.