COME STA ANDANDO

Carissimi,
pensiamo che vi possa far piacere ricevere qualche aggiornamento sulla Scuola e sulla situazione di Manaus, anche in considerazione delle tristi notizie su quest’ultima che sono circolate negli scorsi giorni.

In Brasile la situazione sta peggiorando, e velocemente.

All’inizio l’evoluzione era contenuta. In aprile sembrava che avessimo raggiunto il picco e fosse iniziata la discesa, ma da quel momento l’epidemia è ripartita e adesso siamo l’unico paese al mondo in cui, a 50 giorni dai primi casi, morti e contagiati stanno aumentando. La situazione è anche peggiore di quanto appaia nel grafico, che riporta le medie dei 7 giorni precedenti. L’ultimo dato è del 10 maggio: 600 morti al giorno. Solo due giorni dopo erano 881.

Questi sono i dati ufficiali, ma le sepolture sono molte di più. Manaus ha poco più di mille morti ufficiali di COVID ma sta seppellendo 150 persone al giorno. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano 30. Tutto il mondo ha sentito delle fosse comuni: in realtà si scavano trincee e ogni tomba è riconoscibile, ma questo non toglie molto alla gravità della situazione.

Manaus è una delle città più colpite del Brasile. Non è chiarissimo il perché, a parte la debolezza del sistema sanitario. In tutta l’Amazzonia la terapia intensiva c’è solo a Manaus, e ci sono in tutto 360 letti, pieni dall’inizio di aprile. Ovviamente, molte persone sono in lista di attesa. Persone in fila hanno dormito nelle ambulanze e qualche ospedale privato chiede 100’000 R$ (circa 17 mila euro) anticipati per essere ricoverati. A complicare le cose, nel mezzo della crisi è stato sostituito il responsabile della Sanità e il Governatore (il terzo in tre anni) è stato messo sotto impeachment. C’è ovviamente preoccupazione per i popoli indigeni, per i quali anche il morbillo è letale, ma per ora i casi sono limitati. All’interno dello Stato, però, l’epidemia sta crescendo più che in città.

A Manaus il primo caso si è verificato il 13 marzo. Il 16 marzo è stata dichiarata la chiusura delle scuole.

Considerando i rischi di un viaggio in barca di giorni per i nostri alunni, in un primo tempo abbiamo pensato che di continuare l’attività scolastica (come vi dicevamo nella mail precedente). Quando è stato chiaro che la situazione sarebbe durata mesi abbiamo però dovuto chiudere. Continuiamo ad ospitare quindici ragazzi che non hanno potuto raggiungere casa per la sospensione dei mezzi trasporto. Marcinete, la nostra professoressa di giardinaggio, ha preso il COVID ed è stata ricoverata. Fortunatamente ha recuperato ed è stata già dimessa. Essere isolati e con accesso controllato aiuta molto il contenimento dell’epidemia.

La formazione, anche se limitata, continua sia per chi è rimasto che per chi è tornato a casa, con cui comunichiamo via Whatsapp, unico strumento che spesso i ragazzi riescono ad utilizzare anche nei villaggi. I professori stanno continuando a lavorare per mantenere gli allevamenti e le coltivazioni, così come la cuoca e i guardiani. Non abbiamo potuto mettere nessuno nella cassa integrazione speciale che il Governo ha concesso, perché, paradossalmente, c’è bisogno del lavoro di tutti.

I costi quindi non si sono ridotti di molto. A questo si aggiunge il blocco della macchina pubblica, che fa si che la Scuola non riesca a rinnovare i contratti di locazione dei propri locali alle scuole materna ed elementare statali ospitate. Ciò genera una sofferenza finanziaria, in quanto gli ultimi incassi dell’affitto risalgono a dicembre 2019 e questi importi costituiscono una parte importante delle risorse con cui la scuola copre i propri costi. Gli enti che hanno finanziato i progetti in corso si sono dimostrati sensibilissimi alla situazione e ci hanno permesso di dirottare i loro fondi sulle esigenze più urgenti. Hanno anche confermato che faranno fede agli impegni già presi, ma senza garanzie sui tempi di erogazione. Anche alcune richieste di finanziamento che sembravano imminenti si sono bloccate e non sembrano sicure come prima.

I costi non sono enormi (per gli stipendi paghiamo meno di 1200 euro alla settimana) ma senza entrate (anche la vendita di frutta e verdura si è fermata) la nostra cassa si sta svuotando.

Se voleste aiutare, o sapeste chi potrebbe, potete farlo online attraverso l’Associazione Gonzalo ONLUS (associazionegonzalo.org), che ha in piedi un progetto di sostegno ordinario alla Scuola e che vi fornirà la ricevuta necessaria per la deduzione/detrazione fiscale.

In sintesi, concludendo, la situazione non è facile ma stiamo bene e speriamo di poter ripartire presto.

Grazie mille dell’affetto e dell’attenzione.

Abraços!

Celso e Darlete